TOMMASO CAMPANELLA (Stilo 1568 – Parigi 1639), di umili origini, sin da ragazzo rivela un amore smisurato per la conoscenza ed eccezionali doti intellettuali. Accostatosi alla filosofia naturalistica di Telesio e all’astronomia copernicana, è sospettato di eresia e incarcerato una prima volta a Napoli, nel 1592, una seconda volta a Roma, tra il 1593 e il 1595. Dopo due anni di prigionia torna in Calabria, dove è tra i fautori di una congiura antispagnola, ma viene tradito e arrestato. Durante l’istruttoria si finge pazzo, strategia che gli salva la vita ma non gli evita la condanna al carcere perpetuo (1602). Rimane recluso per ventisette anni, periodo a cui risalgono le opere più note, tra cui Del senso delle cose e della magia, Metafisica, La Città del Sole, Poesie. Nel 1626, grazie all’influenza di Urbano VIII, riacquista la libertà e si reca a Roma. L’inquisizione spagnola continua a perseguitarlo e nel 1634, per evitare un nuovo probabile arresto, parte per Parigi, dove trascorre gli ultimi anni della sua vita.
Tommaso Campanella
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