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Chi Siamo

Ilisso è una casa editrice che dal 1985 pubblica volumi di arte, archeologia, linguistica, e cultura materiale, artigianato e design, storia, fotografia e narrativa e realizza mostre d’arte per documentare e raccontare la storia e la cultura di Sardegna tra tradizione e contemporaneità.


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Giuseppe Cossu

GIUSEPPE COSSU (Cagliari 1739 – 1811) dopo i primi studi umanistici si laureò in Diritto canonico e civile a Cagliari. Intrapresa l’attività forense, cominciò a frequentare P. G. Granieri, allora giudice della Reale udienza, il quale lo avvicinò all’ambiente politico. Nel 1767 fu nominato Segretario della Giunta sopra i Monti granatici. Nel 1771 abbandonò completamente l’attività forense per dedicarsi ai problemi dell’agricoltura, ottenendo il titolo di Censore del Regno. L’attivismo del Cossu fu premiato nel 1780 con l’istituzione dei Monti nummari, primo nucleo per i Monti di soccorso. Tuttavia nel 1796 la situazione politica precipitò e fu costretto ad un breve periodo di carcere. Dopo quest’esperienza viaggiò in varie città italiane, pubblicando nel 1799 la Descrizione geografica della Sardegna. Tornato a Cagliari, nel 1805 ricoprì ancora qualche piccolo incarico onorifico e partecipò attivamente all’avvio della Reale Società Agraria ed Economica . Nel dicembre del 1811 morì.

Paride Rombi

PARIDE ROMBI (Calasetta 1921-Napoli 1997) magistrato, dopo essere stato pretore a Iglesias si trasferì a Sondrio e poi a Roma, per lavorare all’Ufficio legale della Presidenza della Repubblica. Fu direttore dell’Ufficio studi del Quirinale all’epoca della presidenza di Saragat. Nel 1952 vinse la prima edizione del “Premio Grazia Deledda” con il romanzo Perdu, pubblicato da Mondadori l’anno dopo e poi tradotto in più di dieci lingue. È autore di racconti usciti su quotidiani e riviste, di traduzioni in campidanese (tra cui, nel 1983, quella dell’Antigone di Sofocle); di brevi saggi o reportage giornalistici sulla Sardegna. Tra i suoi inediti anche numerose poesie.

Andrea Manca dell’Arca

ANDREA MANCA DELL’ARCA (Sassari 1707-1795) Don Andrea, figlio di don Carlo e donna Cecilia Dell’Arca, era appartenente ad una famiglia di nobili sassaresi. Il padre, don Carlo, ricoprì delle cariche di rilievo, tra le quali quella di Governatore del Goceano. Andrea si sposò per la prima volta nel 1735, con una cugina, donna Anna Maria Martinez Farina, e rimasto vedovo, prese come seconda moglie donna Luisa Pilo Pilo, la quale lo lasciò per la seconda volta vedovo a breve distanza dalle nozze. Dopo questo secondo sfortunato matrimonio si risolse a vivere da solo ed risale probabilmente a questo periodo la stesura della sua unica opera Agricoltura di Sardegna, che riscosse un certo successo solo a partire dal 1827 quando il Manno lo menzionò positivamente in Storia della Sardegna. Le notizie biografiche circa la sua vita non sono numerose, si sa che si laureò in Legge e neppure in quale misura abbia sfruttato questo titolo. Morì nel 1795 a quasi ottantotto anni.

David Herbert Lawrence

DAVID HERBERT LAWRENCE (Eastwood 1885 – Vence 1930) laureato a Nottingham nel 1908 cominciò la carriera di insegnante che lasciò nel 1911. Tra il 1912 e il 1913 uscirono due importanti romanzi nel 1913 con il titolo di Figli e amanti e Il pavone bianco. In quegli anni conobbe Freida von Richthofen, moglie di un professore universitario e madre di tre figli, con la quale poi si sposò. Dopo alcune accuse di oscenità Lawrence lasciò la Gran Bretagna e si trasferì in Italia. Nel gennaio 1921 soggiornò in Saregnae da questa esperienza nacque Mare e Sardegna, che seguì Donne innamorate. Nel 1922, insieme alla moglie, abbandonò l’Europa e viaggiò attraverso vari paesi. Dal 1926 al 1928, anche a seguito della malattia, si stabilirono a Firenze e scrisse il capolavoro L’amante di lady Chatterly, le cui copie furono sequestrate in Inghilterra, e pubblicato in versione integrale solo nel 1960. Gli ultimi anni della sua vita, furono segnati dalla tubercolosi e dai trasferimenti prima in Spagna, poi nel sud della Francia, dove morì nel 1930.

Franco Solinas

FRANCO SOLINAS (Cagliari 1927 – Roma 1982) nato e cresciuto a La Maddalena, nel 1944 si trasferì a Roma con la famiglia, dove si laureò in Giurisprudenza partecipando al movimento partigiano di resistenza romana. Poco dopo aderì al Partito comunista e collaborò con il quotidiano “L’Unità” in veste di critico cinematografico. Contemporaneamente si dedicò alla scrittura di poesie e racconti, alcuni dei quali pubblicati in “Paese sera”. Questa prima fase lo avvicinò al modello neorealista, nutrendosi del forte legame tra letteratura e cinema. Negli anni ’70 cominciò l‘attività di sceneggiatore, con un frequente recupero cinematografico delle forme romanzesche otto-novecentesche, già evidente in Squarciò, raggiungendo in questo settore un notevole successo. Si ricordano importanti film da lui sceneggiati tra i quali: Kapò, Ombre bianche, La battaglia di Algeri, Mr. Klein ed altri ancora. Per le sue originali caratteristiche di scrittore fu considerato, a livello europeo, “un vero autore di cinema”. Scomparve nel 1982.

Arrigo Solmi

ARRIGO SOLMI (Finale Emilia 1873 – Roma 1944) laureatosi in Giurisprudenza all’Unversità di Modena, fu docente di Storia del Diritto italiano presso diversi atenei, fra cui Cagliari, Siena, Parma e Pavia; insegnò anche Scienze politiche all’Università di Milano e in ultimo Diritto comune all’Università di Roma. Attivo partecipante alla vita politica, divenne nel 1920 consigliere comunale a Milano come liberale, fu deputato al Parlamento tra le file del Fascio del 1924, in seguito sottosegretario di stato per l’Educazione Nazionale (1932-35), ministro di Grazia e Giustizia (1932-39), e senatore del regno. La sua vasta e multiforme produzione scientifica comprese, oltre agli studi di storia giuridica di epoca medievale, opere sul Risorgimento e sulla contemporanea politica estera. Morì a Roma nel 1944.

Pompeo Calvia

POMPEO CALVIA (Sassari 1857 – 1919) poeta, pittore, scrittore e critico d’arte, Calvia fu un uomo schivo e modesto, attento osservatore della società sassarese che trattò spesso nelle sue poesie con sottile ironia. Ebbe una vita piuttosto tranquilla, dedita alla famiglia, amici, arte e al lavoro. Dal 1880 lavorò come disegnatore presso la Compagnia Reale Ferrovie Sarde, fino al 1887 quando fu assunto presso l’Archivio comunale di  Sassari. Nel 1885 pubblicò un’ode a Victor Hugo, morto poco tempo prima, sulla rivista di E. Costa “La stella di Sardegna”. In molti lo ricordano al caffè Roma, mentre cantava in “facili versi” i clienti e i passanti, discuteva di arte e letteratura con amici. Proprio in questo contesto nacquero molti versi, raccolti nel 1892 in Nella Terra dei Nuraghes e nel 1912 i suoi componimenti in Sassari Mannu. Collaborò inoltre a diverse manifestazioni culturali, tra cui l’Esposizione d’arte antica e moderna del 1896. Morì a Sassari a 62 anni, nel 1919.

Sergio Atzeni

SERGIO ATZENI (Capoterra 1952-Isola di S. Pietro 1995) mostra da giovanissimo spiccate propensioni letterarie che lo portano a cimentarsi con generi diversi, dalle Fiabe Sarde (1978) al racconto folklorico e storico Araj Dimoniu. Antica leggenda sarda (1984), al bellissimo Apologo del Giudice Bandito (1986), che gli darà la notorietà meritata; ma è col trittico romanzesco Il figlio di Bakunìn (1991), Il quinto passo è l’addio (1995) e Passavamo sulla terra leggeri (1996) che egli raggiunge una maturità concettuale e di scrittura che ne rende ancor più dolorosa la scomparsa. Fra le opere postume ricordiamo anche Bellas mariposas (1996) e Raccontar fole (1999).

Antonio Bresciani

ANTONIO BRESCIANI (Ala 1798 – Roma 1862) dopo la prima infanzia trascorsa nel paese natio, dal 1814 si trasferì con la famiglia a Verona, tappa fondamentale per i suoi studi. Dopo gli studi di teologia nel 1821 fu ordinato sacerdote. Tra il 1828 e il 1835 fu rettore del convitto di Genova e di Torino, dove tornò a seguito di tre anni trascorsi a Modena, su richiesta di Carlo Alberto. Nel 1843 ricevette la nomina provinciale delle sedici case della Compagnia nel Regno Sardo, fino al 1846. Negli anni successivi, nonostante le polemiche che imperversavano contro i Gesuiti, riuscì a scrivere e pubblicare un lavoro sulla Sardegna, Dei costumi dell’isola di Sardegna comparati cogli antichissimi popoli orientali. Collaborò inoltre anche con la redazione di “Civiltà cattolica”, curando, sotto forme narrative la parte più amena della rivista, per la quale scrisse dei romanzi a puntate. Morì a Roma nel 1862, lasciando diciassette volumi delle sue opere.

Salvator Ruju

SALVATOR RUJU (Sassari 1878 – 1966) dopo gli studi liceali intraprese subito la strada della poesia e si laureò in Giurisprudenza. A 24 anni si trasferì a Roma per studiare Lettere e ebbe modo di frequentare vari intellettuali, tra i quali Grazia Deledda, mantenendo un legame strettissimo con l’isola. Nel 1909 a seguito di una profonda crisi tornò in Sardegna, dove si sposò e cominciò ad insegnare. A questa carriera affiancò anche quella di giornalista, collaborando con numerose riviste e giornali. Nel 1956 pubblicò Agniréddu e Rusina e l’anno successivo Sassari véccia e noba. Nel 1961 vide la luce Ore del mio giardino e nel 1963 Memoria di un figlio. Morì a Sassari nel 1966, dove nel 1980 gli è stata intitolata una piazza con un suo ritratto di Gavino Tilocca.