ANTONIO ATZA (Bauladu 1925-Bosa 2009) inziò presto a dipingere e dopo il ginnasio frequentò l’istituto d’arte di Sassari seguendo gli insegnamenti di Dessy, Fara e Figari. Completati gli studi si dedicò all’insegnamento e alla ricerca artistica. Le prime opere furono ritratti di personaggi di Bosa, dove trascorse parte dell’infanzia. Nel 1957, in occasione della prima edizione del Premio Sardegna, strinse amicizia con Mauro Manca, a cui si deve l’introduzione di molte novità artistiche nell’isola. L’anno successivo fu creata l’associazione Studio 58 con la quale Atza entrò in contatto. Sempre al 1958 risale la sua prima opera futurista, l’Autoritratto, ma già l’anno seguente i suoi dipinti a soggetto ferroviario si avvicinano allo stile neorealista. Nel 1960 in occasione di una mostra allestita da Studio 58 Atza espose le Sabbie, serie di polimaterici su tela; allo stesso anno risalgono Blues, serie di opere astratte in cui compaiono delle simbologie assimilabili al mare e al sogno. La sua ricerca artistica si aprì alle esperienze della pop art creando linguaggi innovativi e surreali con l’utilizzo di plastiche colorate. Negli anni ’70 si dedicò a paesaggi classicheggianti e surreali come Modificazioni e Rifugi per gabbiani. È considerato uno di pittori più rappresentativi della pittura contemporanea sarda.
Antonio Atza
Categoria: Pinacoteca