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Teorico e divulgatore calcografico è il primo a tradurre nell’incisione il dialogo con la natura e con il sociale.
“Somiglia a un’acquaforte, o almeno mi pare che soltanto in un’acquaforte potrebbe avere un buon ritratto” Così appariva Felice Melis Marini nel 1925 agli occhi dello scrittore Giuseppe Fanciulli. L’acquaforte, e più in generale l’incisione, era il campo d’azione prediletto dell’artista cagliaritano, ed è oggi quello a cui egli deve sopratutto la sua fama; ma accanto all’incisione, va ricordata la sua attività di pittore, disegnatore, illustratore.
| Anno | 2004 |
|---|---|
| Dimensioni | cm 17 x 24,5 |
| Pagine | 128 |
| Illustrazioni | 150 (col) |
| ISBN/EAN | 88-89188-08-1 |
| Lingua | Italiano |
| Formato | Cartaceo |
La sua storia coincide con la metafora del viaggio: Sardegna, Milano, New York, un percorso fino all’incanto del mito.
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Autore dei primi veri ritratti di pastori e contadini sardi che testimoniano una pari dignità con quella dei potenti del mondo.
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