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In Aurora sarda, attentati, storie di amori contrastati e vecchi rancori non ancora risolti diventano l’espediente narrativo che fa da cornice al racconto della realizzazione della diga sul Tirso e dei primi comizi agli albori delle organizzazioni sindacali sarde. Siamo nel Campidano di Oristano, dove la costruzione della monumentale diga di Santa Chiara darà ai paesi della zona l’energia elettrica e permetterà l’irrigazione dei campi durante i periodi di siccità. La diga, simbolo di modernizzazione, rappresenta però un pericolo: per alcuni, in particolare per sennor Innassiu Ligas, quello di perdere le proprie terre, mentre per un paese intero, Zuri, quello di essere “demolito” insieme alla sua antica chiesa e ricostruito in un punto più alto. Pietro Casu racconta di una Sardegna che si desta dalle tenebre «a una nuova giornata di lavoro e di gloria».
Volume n. 164