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Alla notizia della morte di Sebastiano Satta pastori e banditi, donne e contadini scesero insieme per accompagnarlo all’ultima dimora. Nonostante fosse un poeta piuttosto aulico, era molto popolare e amato dai suoi contemporanei, che si dilettavano ad ascoltare anche in pubbliche letture i suoi canti, ispirati agli ideali di uguaglianza, di progresso sociale e ai miti dell’immaginario collettivo: la natura, la donna (sposa, madre, matriarca), l’amore, le leggende tradizionali, il pastore, il bandito, l’odio, la vendetta, il ribellismo e l’attesa di una rinascita. Sono i temi di una mitica e drammatica identità sarda, che il Vate nuorese proponeva al nuovo pubblico ricorrendo alla mediazione autorevole delle forme letterarie e metriche della poesia italiana fra Otto e Novecento, raggiungendo una capacità poetica che ancora oggi risulta coinvolgente, tanto è ricca di suggestioni legate al profondissimo amore per la sua terra.
Volume n. 1
Copertina: Francesco Ciusa
La sete, 1910 circa.
Volume n. 1
Copertina: Francesco Ciusa
La sete, 1910 circa.
| Anno | 1996 |
| Dimensioni | 16,7 x 12 cm |
| Pagine | 288 |
| ISBN/EAN | 88-85098-43-6 |
| Lingua | Italiano |
| Formato | Cartaceo |







