Ritorno ad Itaca quale ritorno nostalgico di un esule, come l’eroe omerico Ulisse, nella propria terra d’origine. Così fu, nel 1958, per Costantino Nivola il ritorno a Orani. Luogo geografico e culturale in cui ebbe inizio l’evoluzione del suo genio, da cui l’artista trasse ispirazione e nutrimento, in una sorta di culto delle radici dal quale l’intera sua produzione ha avuto un inconfondibile suggello. «Benide a biere sos tribaglios de Titinu Nivola oye crasa e pusticrasa in sas garrelas de sos vichinados de Gusei, de sa Itria e de su Rosariu» (Venite a vedere i lavori di Titino Nivola oggi domani e dopodomani nelle strade dei vicinati di Gusei, della Itria e del Rosario) fu, in quell’anno, l’invito del banditore, annunciato dal suono del corno. L’esposizione di Orani, in un primo momento, lascerebbe pensare a un artista poco consapevole del credito raggiunto nel mondo artistico internazionale, se non fosse che insieme a lui arrivò un giovane fotografo, Carlo Bavagnoli, allora ventisettenne, già collaboratore di Epoca e dell’Espresso, per l’occasione inviato della prestigiosa rivista Life Magazine. A lui, cui la sorte riservò il prestigioso compito di fotografare nel mondo grandi eventi, si deve oggi lo straordinario racconto per immagini di quella vicenda espositiva destinata a rappresentare un momento fondante l’esperienza artistica di Costantino Nivola. Dal 7 maggio 2010, attraverso 63 scatti dislocati per le vie del centro storico (negli stessi luoghi in cui vennero realizzati) viene proposto il racconto del ritorno di Nivola nel suo paese natale. Con il patrocinio della Fondazione Nivola, del Comune di Orani e della Fondazione Banco di Sardegna. Punto informativo e bookshop: dalle ore 9 alle 20. Per informazioni: +39 0784 730063 / +39 334 6064071. Realizzazione mostra e catalogo: Ilisso Edizioni. Allestimento: Antonello Cuccu.

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