ANTONIO ALLEGRI (detto Il Correggio) (1489-1494 circa-1534) si formò probabilmente presso pittori locali, subendo le influenze della scuola mantovana del Mantenga e della scuola ferrarese di Lorenzo Costa. Nel 1514 gli fu commissionata la tavola per l’altare maggiore della chiesa di San Francesco a Correggio. Nel 1519 sposò Girolama Merlini e dal 1520 iniziò un periodo di fervente attività collaborando con i devotos della Congregazione Benedettina per la quale affrescò la chiesa di San Giovanni a Parma. Tra il 1526 e il 1530 realizzò una delle sue opere più importanti, l’affresco per l’abside del Duomo di Parma. Gli anni successivi si dedicò alla creazione di numerose pale d’altare. Nel 1529 morì la moglie lasciandolo solo con quattro figli. I suoi ultimi anni li trascorse realizzando opere poi andate perdute. Morì improvvisamente nel 1534.
EMILIO VEDOVA (Venezia 1942- 2006) proveniente da una famiglia di artigiani, cominciò la sua attività da autodidatta. Nel 1942 aderì al movimento “Corrente”e tra il 1944 e il 1945 aderì alla Resistenza antifascista e fu tra i firmatari del manifesto “Oltre Guernica”. Grande attivista, negli stessi anni partecipò alla fondazione della “Nuova Secessione Italiana” e “Fronte Nuovo delle Arti”. La sua prima esposizione alla Biennale di Venezia risale al 1948, mentre nel 1952 alla stessa, gli viene dedicata una sala personale. Tra i premi che ricevette possiamo ricordare il Gran Premio per la pittura nel 1960, e nel 1997 il prestigioso Leone d’Oro alla carriera. Negli anni ’50 realizzò i cicli Scontro di situazioni, Ciclo della Protesta, Cicli della Natura. Nel 1961 lavorò per le scenografie e i costumi dell’ Intolleranza ’60 al teatro La Fenice e lavora ai Plurimi, prima quelli veneziani, poi quelli berlinesi. Svolse inoltre un’intensa attività didattica presso alcune università americane, quella di Salisburgo e l’Accademia di Venezia. La sua arte fu sempre caratterizzata da una grande forza innovatrice e una costante volontà di ricerca. Morì nel 2006, e nello stesso anno sono state organizzate due sue mostre, una presso la Galleria d’Arte Moderna di Roma e l’altra presso la Berlinishce Galerie di Berlino.
GRANDVILLE (JEAN-IGNACE-ISIDORE GÉRARD) (Nancy 1803-Vanves 1847) fu illustratore e caricaturista. Dopo una prima formazione con il padre, appassionato di miniature, partì a Parigi dove studiò con importanti miniaturisti e realizzò le prime litografie. Raggiunse la fama nel 1829 con Les Métamorphoses du jour, 75 disegni di uomini con volti di animali, che gli permisero poi di collaborare con diverse riviste e giornali francesi, per i quali realizzò caricature politiche a sfondo umoristico-satirico. Si dedicò inoltre all’illustrazione di grandi opere letterarie quali le favole di Lafontaine, Don Chisciotte della Mancia, i Viaggi di Gulliver e Robinson Crusoe. Tra il 1840 e il 1842 collaborò con importanti artisti come Daumier e Paul Gavarni e pubblicò un’altra collezione litografica, Scènes de la vie pubblique et privée des animaux, con testi di Honoré de Balzac, George Sand e altri grandi scrittori. Nel 1843 fu colpito da un grave lutto, la perdita di due figli e della moglie. Si risposò nel 1844 e dopo soli tre anni, nel 1847 morì a seguito di una depressione nervosa.
PIERO DELLA FRANCESCA (Borgo Sansepolcro 1415 circa-1492) personaggio emblematico del Rinascimento, è stato uno dei maggiori pittori del Quattrocento italiano. Grande sperimentatore e maestro dell’affresco, si interessò prevalentemente alla prospettiva nella pittura narrativa e devozionale. Dopo un primo apprendistato la sua carriera si svolse tra le corti dell’Italia centro-settentrionale e la sua città natale, mentre più tardi lavorò a Ferrara per il marchese Leonello d’Este. Tra le maggiori commissioni che gli furono affidate possiamo ricordare il ciclo di affreschi della chiesa di San Francesco ad Arezzo e l’esecuzione del Polittico nella chiesa degli Agostiniani di Borgo Sansepolcro, le cui opere oggi sono divise tra diversi musei. Negli anni sessanta e settanta lavorò invece per i Montefeltro ad Urbino per i quali realizzò tra le altre opere la Flagellazione, vera a propria summa prospettica che rompe con la tradizione medievale del polittico. Tra i dipinti della maturità spiccano la Madonna di Senigallia e la Natività di Londra dai quali emerge un crescente interesse per la coeva pittura di Fiandra.
Nel periodo trascorso ad Urbino si dedicò inoltre alla stesura di trattati teorici sulla regolarità delle forme geometriche, il Trattato dell’Abaco, il Libellus e il De prospectiva pingendi. Diventato ormai cieco, morì nel 1492 nel suo borgo natale.
FIORENZO SERRA (Porto Torres 1921-Sassari 2005) regista sardo, ha studiato Scienze naturali a Firenze, dove ha collaborato ai Cineguf. Nel 1945 ha fatto ritorno in Sardegna e dopo aver abbandonato il ruolo di assistente, ricoperto presso l’Università di Pisa, ha fondato, con il fratello Elio, una casa di produzione intraprendendo l’attività di cineasta a tempo pieno. Da allora si è dedicato completamente al cinema, soprattutto a forme documentaristiche, spesso in chiave realistica, concentrando la sua attenzione prevalentemente sulla storia, la cultura e le problematiche sociali della Sardegna. Ha raccontato la vita quotidiana di alcuni paesi sardi e del passaggio dalla vita di tipo agro-pastorale ad una sua trasformazione sotto l’effetto della modernizzazione. Il suo film più importante è L’ultimo pugno di terra (1965) scritto con Giuseppe Pisanu e altri intellettuali sardi e la supervisione di Cesare Zavattini. La Ilisso ha pubblicato in sua memoria, nel 2010, il volume Fiorenzo Serra. La mia terra è un’isola, contenente le sue opere, approfondimenti e apparati critici.
ANTONIO BALLERO (Nuoro 1864 – Sassari 1932) è quello che può definirsi un artista di transizione. Visse a cavallo tra Otto e Novecento, maturando la sua vocazione artistica prevalentemente a Nuoro. Dopo aver frequentato il liceo a Cagliari non proseguì gli studi universitari. Diviso tra l’esempio della Deledda e di Satta, fu un’artista-intellettuale curioso e versatile esitando a lungo tra pittura e letteratura. Tra le sue opere letterarie ricordiamo Don Zua e Vergini bionde. Di grande rilievo fu la sua carriera nell’arte figurativa, alle quale poi si dedicò interamente. Tra le sue opere più rappresentative possiamo ricordare l’Autoritratto al sole, esposto nel 1908 alla Quadriennale di Torino. Il suo intento artistico era quello di dare una nuova immagine alla Sardegna barbaricina, nei suoi miti, riti e tradizioni, ma soprattutto attraverso la solennità dei paesaggi, dei quali fu cantore. Insegnò in diversi istituti tra i quali l’Istituto Artistico Industriale di Sassari. Nel 1919 sposò l’artista faentina Ofelia Verzelloni la cui devozione non venne mai meno neppure dopo le seconde nozze di Ballero.
Morì a Sassari nel 1932 e fu sepolto a Nuoro. Nello stesso anno furono organizzate due retrospettive una a Nuoro, all’ospedale San Francesco e l’altra a Cagliari presso la galleria Palladino.
EDWARD FRANCIS FINDEN (Londra 1792-1857) fu un incisore inglese, allievo di James Mitan. Durante la sua attività si occupò insieme al fratello di illustrare diversi volumi di famosi scrittori quali Victor Hugo e Lord Byron. I suoi lavori divennero molto popolari soprattutto nel XIX secolo. Parte delle sue opere più faose sono raccolte nel volume The Ports, Harbours, Watering Places and Coasts Scenery of Great Britain.
Alcune sue opere rappresentano paesaggi della Sardegna, fra questi possiamo ricordare le incisioni da disegno di William Henry Smyth The Belfry of Oristano, The façade of the Cathedral of Sassari, The front of the Jesuits College at Cagliari, Roman bridge at Porto Torres pubblicate nel volume Sketch of the present state of the Island of Sardinia, by capitain W.H.S. dello stesso W.H. Smyth nel 1827. Insieme all’illustratore W. Westall diede vita alla splendida incisione Cagliari, Sardinia del 1836, pubblicata a Londra nel volume Finden’s illustration of the life and works of Lord Byron.
WILLIAM WESTALL (Hertford1781-Londra1850) fu un famoso paesaggista inglese. Nel 1799 fu ammesso alla Royal Academy School dove studiò per un breve finché non fu inviato in una spedizione in Austrialia e poi in Cina. Durante questi viaggi produsse un gran numero di disegni che sfortunatamente andarono in parte distrutti. Solo successivamente, furono ritrovati e restaurati e ora appartengono alla libreria della Royal Commonwealth Society. Nel 1805, dopo aver trascorso un periodo in India, fece ritorno a Londra dove dipinse ed espose View of the Bay of Pines alla Royal Accademy. Continuò a viaggiare e dipingere paesaggi e nel 1808 espose presso la Associated Artists. A metà dell’800 gli furono commissionati dipinti sull’Australia e da diversi editori londinesi acquerelli per illustrare volumi di storia utilizzati nelle scuole. Tra i suoi dipinti più famosi ricordiamo Picturesque Tour of the River Thames (1828), mentre per quanto riguarda la Sardegna, a lui si deve il disegno dell’incisione di Finden Cagliari, Sardinia del 1836, pubblicata a Londra nel volume Finden’s illustration of the life and works of Lord Bayron. Westall sebbene divenne associato dal 1812 alla Royal Accademy, ed espose più di settanta dipinti tra il 1801 e il 1849, non riuscì mai ad essere nominato accademico. Morì a Londra nel 1850.
MARIANNE SIN PFÄLTZER (Hanau 1926-Nuoro 2015) grande fotografa tedesca, è cresciuta ad Hanau dove ha frequentato il collegio dando sin dall’inizio prova della sua attitudine all’artigianato e grande attenzione alla cultura materiale. Poco più che ventenne istituisce la “Internationaler Jugendbund” e nel 1947 la madre apre un piccolo atelier fotografico. Nel 1950 Marianne parte per la Sardegna come educatrice presso una famiglia e qui scatta numerose foto. Nel 1952 tornata in Germania a Monaco studia fotografia per anno e nel 1954 parte per la Francia acquisendo rigore compositivo e una tecnica ineccepibile e raffinata. Durante questo soggiorno frequenta gli atelier dei più noti fotografi dell’epoca e intraprende la libera professione. L’anno successivo torna in Sardegna, gira l’isola e scatta moltissime fotografie in vari paesi. Collabora con grandi agenzie fotografiche, in particolare tedesche, e si dedica alla ritrattistica di grandi artisti e personaggi di rilievo. Nel 1958 si associa alla BJV (Bayerische Journalisten-Verband) e nello stesso anno viene pubblicato un libro con le sue immagini dal titolo Sardegna quasi un continente e allestisce una mostra a Cagliari e a Roma, la prima di numerose che si svolgeranno nei decenni successivi. Tra le pubblicazioni dedicate alle sue fotografie possiamo ricordare: Mal di Sardegna. Alla scoperta dell’isola millenaria (1963); Sardinien (1964); Stummel (1969); Memorie di Sardegna. Venticinque foto-grafiche (1976). La fotografa continua per anni a girare per il mondo per il suo lavoro. Nel 1976 realizza una tecnica originale, la Foto-batik che la avvicina al mondo del design tessile. Al 2003 risale la sua ultima esposizione e dal 2005 si stabilisce definitivamente in Sardegna, dove risiede attualmente e collabora con la Ilisso.
PINO MELIS (Bosa 1902-Roma 1985) fratello dell’artista Melkiorre, esordì a 14 anni da autodidatta con alcuni figurini di moda. L’anno successivo espose a Milano alla Mostra Sarda, insieme ad altri grandi artisti isolani, dieci tempere dal titolo Piccoli canti di Sardegna. Iniziò presto a collaborare con varie riviste tra le quali “Il giornalino della Domenica”. Nel 1921 dopo aver esposto diversi acquerelli, disegni e tempere a Cagliari, si trasferì a Roma, dove collaborò ai periodici “Cordelia”, “Juventus pro Juventute” e il “Fanciullo per il Fanciullo”. Negli anni ’20 espose presso il Palazzo delle Esposizioni di Roma, alla I Biennale d’Arte Sarda di Sassari e a Cagliari alcune ceramiche e miniature. Negli anni ’30 continuò ad illustrare volumi, collaborò con i periodici “Il Balilla”, “La Piccola Italiana” e “Famiglia Fascista” e nel 1934 tenne una personale a Ginevra in collaborazione con l’editoria cattolica, che intensificò poi negli anni ’40. Nel decennio successivo illustrò numerosi volumi tra i quali La bella addormentata nel bosco (1946), La bàita (1953), Nei misteri del passato (1958) e tanti altri. A testimoniare il suo impegno nell’ambito dell’arte sacra fu la partecipazione alla Mostra d’arte sacra di Parma nel 1966, mentre nel 1970 allestì una personale a Cagliari. Tra il 1972 e il 1981 la sua attività si concentrò prevalentemente sulla realizzazione di miniature a tempera. Nel 1985 morì a Roma a seguito di una caduta sulla neve.