GIORGIO DE CHIRICO (Volos 1888-Roma 1978) iniziatore e tra i principali esponenti della pittura metafisica, visse dapprima ad Atene poi si trasferì a Monaco e dal 1906 lavorò in Accademia con Klinger. Tra i suoi primi dipinti si possono ricordare L’Enigma dell’oracolo e L’Enigma d’un pomeriggio d’autunno dal forte carattere onirico, in cui oggetti reali si trovano in relazioni innaturali e insolite. Tra il 1911 e il 1915 visse a Parigi dove frequentò Apollinaire, Jacob e Picasso. Tornò poi in Italia e con Carrà creò la pittura metafisica caratterizzata da suggestioni fantastiche, originali accostamenti tra oggetti e stupefacenti associazioni di idee. Successivamente abbandonò il rigore della metafisica orientandosi verso una ripresa dei motivi classici e un realismo d’effetto d’ispirazione settecentesca. Numerosi furono gli autoritratti e i lavori nel settore scenografico. Fu anche autore di un romanzo dal titolo Hebdomeros (1930).
ANNA VISINI (Desenzano 1983) nel 2005, all’età di 21 anni, si trasferisce da Schio a Milano dove studia design grafico. Si forma poi in fotografia, seguendo dei corsi ed entrando in contatto con diversi fotografi conosciuti. Attualmente si occupa prevalentemente di reportage, collaborando con Photoup, un’agenzia fotografica milanese e con Witness Journal. Tra i soggetti maggiormente fotografati spiccano luoghi abbandonati e il bianco e nero.
PAOLO PELLEGRIN (Roma 1964) ha studiato prima alla Sapienza di Roma architettura e successivmante, sempre nella capitale, fotografia presso l’Istituto Italiano di Fotografia. Tra il 1991 e il 2001 ha lavorato presso l’agenzia VU a Parigi. Dal 2005 è diventato membro del Magnum Photos. Lavora come fotografo a contratto per il Newsweek negli Stati Uniti e per il Zeit in Germania. È inoltre vincitore di diversi premi tra cui dieci World Press Photo e numerosi premi per il Fotografo dell’anno, la medaglia d’eccellenza Leica, i premi medaglia d’oro Robert Capa, quello Hansel-Meith Preis e nel 2006 gli è stato assegnato il premio W. Eugene Smith nella fotografia umanitaria. Attualmente vive e lavora tra Londra e New York.
LUISANNA ATZEI (Cagliari 1954) pittrice sarda, diplomata al Liceo artistico, ha concentrato la propria attività artistica sul disegno. Dopo aver conseguito la maturità ha realizzato numerosi disegni, schizzi e ritratti, in parte anche su commissione, utilizzando le tecniche tradizionali come pastelli, pastelli a olio, china, sanguigna, matita e carboncino. A partire dagli anni ’80 si dedica anche alla pittura a olio. Ha esposto prevalentemente nella sua città, Cagliari, sia in occasione di mostre collettive che personali.
RÉNE MAGRITTE (Lessins 1898-Bruxelles 1967) celebre pittore belga, a seguito di brevi esperienze futuriste e cubiste che caratterizzarono l’inizio della sua carriera, nel 1925 si unì al gruppo surrealista e a Parigi, dove rimase fino al 1930, strinse amicizia con P. Éluard. I primi dipinti di Magritte presentano degli effetti molto originali giocati su scambi, opposizioni e combinazioni di oggetti comuni riprodotti con estrema fedeltà naturalistica. Tra questi spiccano La bagnante (1925) e L’impero delle luci (1954). A partire dal 1936 la sua ricerca pittorica e compositiva si fece densa di significati e più complessa; il concetto fondante era che la realtà ottica era essa stessa espressione diretta del pensiero umano. Per alcuni anni, fino alla metà degli anni ’40, attraversò un periodo neoimpressionista per poi tornare al mondo visionario della realtà. Magritte fu anche scrittore, la sua raccolta di opere fu pubblicata nel 1979 con il titolo di Tutti gli scritti. Gli ultimi anni della sua vita li trascorse sperimentando nuove tecniche e mezzi espressivi approdando alla pittura murale, alla fotografia e alle incisioni su plastica.
TULLIO CRALI (Igalo 1910-Milano 2000) nacque in un paese del Montenegro e trascorse la sua infanzia a Zara fino al 1922, anno in cui si trasferì con la famiglia a Gorizia. Frequentò l’istituto tecnico dove venne a contatto con la corrente del futurismo, in particolare con Giacomo Balla e Enrico Prampolini, dai quali fu fortemente influenzato. Nel 1928 sperimentò il volo e l’anno seguente, lo stesso in cui si sviluppò l’aeropittura futurista, ebbe contatti con Marinetti e aderì al movimento futurista. Espose prima in Italia e poi, su invito di Marinetti, a Parigi nel 1932 in occasione della prima mostra di aeropittori. Crali rimase vicino al futurismo anche dopo la seconda guerra mondiale esercitando la sua attività a Torino, poi dal 1950 al 1958 a Parigi e successivamente al Cairo dove insegnò presso la Scuola d’Arte Italiana e a Milano al Liceo scientifico Vittorio Veneto. A Milano, dove visse fino alla morte, raccolse e catalogò tutti i suoi documenti e nel 1999 li donò al MART di Rovereto insieme alla maggior parte delle proprie opere.
AGENCE ROGER-VIOLLET è un’agenzia nata a Parigi nel 1938 per opera di Hélène Roger-Viollet e il marito Jean Fisher. La loro collezione fotografica diventa presto un punto di riferimento nel settore della fotografia d’archivio del dopoguerra. Inizialmente raccoglie opere degli archivi di Léopold Mercier e Laurent Ollivier e le collezioni di negativi di Henri e Ernest Roger, padre e zio di Hélène. Ulteriori acquisizioni arricchiscono la collezione con immagini anche riguardanti la vita sociale e mondana, in particolare quella francese, e quella del mondo della scienza tra il 1900 e il 1950. Nel 1970 vengono acquisite fotografie del mondo dello spettacolo dello Studio Lipnitski, quelle della politica dell’agenzia L.A.P.I. e altre sulla fotografia editoriale. Alla morte dei fondatori, avvenuta nel 1985, i fondatori lasciano alla città di Parigi un fondo eccezionale, di più di 5 milioni di negativi e circa 2amilioni di documenti testimonianza di varie epoche.
PABLO VOLTA (Buenos Aires 1926-Cagliari 2011) esordì come fotografo nel dopoguerra quando raggiunse il padre nella Berlino devastata dai bombardamenti. Rientrato in Italia si occupò di cronaca nera, per giornali quali Milano sera, e di cinema, ed fu tra i fondatori della Fotografi Associati, prima cooperativa di fotografi in Italia. Tra il 1950 e il 1954 si trasferì a Roma dove collaborò a cortometraggi e partecipò alla realizzazione di “Lo sceicco bianco” di Fellini. Nel 1954 a Orgosolo seguì l’inchiesta dell’antropologo Cagnetta sulle tematiche relative al banditismo. Affascinato dall’isola vi tornò dopo tre anni per realizzare le prime fotografie del carnevale di Mamoiada che costituirono poi, insieme ad altre, l’apparato fotografico del volume Bandits d’Orgosolo. Trasferitosi a Parigi, si dedicò a fotografare artisti e intellettuali e, dopo una lunga esperienza alla RAI parigina, nel 1986 si stabilì in Sardegna, a San Sperate.
VITTORIO SELLA (Biella 1859-1943) fu alpinista e pioniere della fotografia ad alta quota. È ricordato come uno dei migliori fotografi di montagna di tutti i tempi. Lo zio, dal quale ereditò la passione per la montagna, fu fondatore del Club Alpino Italiano. Sella fu il primo a portare a termine la traversata invernale del Monte Bianco e partecipò anche a diverse spedizioni all’estero, come quella sul Caucaso, quella del 1897 in Alaska, del 1906 in Uganda e sul K2 nel 1909. Fino agli ultimi anni della sua vita svolse l’attività alpinistica e parallelamente quella fotografica. I suoi scatti sono attualmente conservati nella Fondazione Sella. Nonostante le difficoltà e il pesante equipaggiamento in condizioni spesso non facili, la qualità delle fotografie è alta ed ebbero ampia diffusione sia attraverso la stampa che in occasione di mostre. Dopo la sua morte, avvenuta nel 1943, gli fu dedicato un rifugio nel Parco Nazionale del Gran Paradiso.
GUIDO COSTA (Sassari 1871- Cagliari 1951) apparteneva ad una famiglia dai vasti interessi culturali. Il padre Enrico Costa era stato uno scrittore e storico molto conosciuto. Fu insegnante e traduttore di inglese e contemporaneamente esercitò come giornalista pubblicista e fotografo. Nella sua passione per la fotografia pare essere stato fondamentale l’incontro con Clifton Adams della redazione del National Geographic. Tra i suoi articoli più famosi sulla Sardegna possiamo ricordare quello uscito nel 1923 sul National Geographical Magazine di Washington che ebbe un notevole successo. Fu inoltre collaboratore della rivista Mediterranea, dell’Unione sarda e occasionalmente del torinese L’Illustrazione. La sua conoscenza per le lingue e la vocazione filantropica lo avvicinarono alla Croce Rossa Italiana di cui fu anche dirigente. Si cimentò inoltre anche nell’arte pittorica e in quella musicale, organizzando serate in cui suonava il piano e proiettava immagini da lui stesso scattate. Fu senza dubbio una figura poliedrica nella Sardegna della prima metà del ‘900 che contribuì attraverso scritti e immagini alla conoscenza della propria terra.