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Chi Siamo

Ilisso è una casa editrice che dal 1985 pubblica volumi di arte, archeologia, linguistica, e cultura materiale, artigianato e design, storia, fotografia e narrativa e realizza mostre d’arte per documentare e raccontare la storia e la cultura di Sardegna tra tradizione e contemporaneità.


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John Warre Tyndale

JOHN WARRE TYNDALE (Londra 1811 – Bournemouth 1897) figlio unico di George Booth Tyndale, procuratore legale (solicitor), fu avviato agli studi nell’austero college di Eton dove conseguì il titolo di Bachelor of Arts (1832); proseguì i corsi universitari nel Christ Church College di Oxford nel quale, nel 1835, si laureò in discipline umanistiche e giuridiche diventando, così, Master of Arts (Maestro d’Arti) e pertanto abilitato ad esercitare la professione forense nei tribunali di ogni grado. Il catalogo della British Library annovera tre opere di J. W. Tyndale: “The Island of Sardinia”, “The Bürger and Brighton Leonora; or Romance versus Railway” e “Adventures and anecdotes of the South Army of the Emperor of Austria during the late Hungarian campaigne, narrated by eyewitnesses”. Fu senza dubbio “L’Isola di Sardegna” ad assicurare al Tendale un posto di grande rilievo nella “letteratura di viaggi” dell’Ottocento europeo.

Franco Cagnetta

FRANCO CAGNETTA (Bari 1926 – Roma 1999) cresciuto in una famiglia di medici da generazioni frequenta da giovanissimo gli intellettuali antifascisti. Nel 1946 pubblica per la rivista “Socialismo” e si laurea a 21 anni. Negli anni 1952-53 lavora come capo-redattore delle Edizioni L’Unità dal 1954 crea il Centro Etnologico Italiano, inaugurando le prime ricerche sul campo, i cui primi studi si effettuarono in Sardegna. I risultati delle indagini uscirono nel 1954 con il titolo di “Inchiesta su Orgosolo”, sulla base di questi Vittorio De Seta girò il film “Banditi a Orgosolo” che nel 1961 vinse alla Biennale di Venezia. Dal 1964 si trasferì in Francia dove fu professore di antropologia e contemporaneamente prosegue nella sua attività di scrittore. Tra il 1974 e il 1979 lavorò in collaborazione con lo psichiatra Franco Bassaglia e curò l’esposizione “Nascita della fotografia psichiatrica”. Negli anni ’80 proseguì gli studi sulle immagini collaborando con alcuni dei musei più famosi del mondo. Nel 1999 morì a Roma, lasciando una serie infinita di documenti riguardanti l’uomo e le sue rappresentazioni simboliche.

Carlo Levi

CARLO LEVI (Torino 1902 – Roma 1975) di famiglia di tradizioni progressiste, nel 1924 si laureò in medicina, ma preferì dedicarsi alla politica piuttosto che alla professione di medico, aderendo nel 1922 al gruppo di Piero Gobetti “Rivoluzione Liberale” ed entrando in contatto con Primo Levi e Nello Rosselli. Nel 1928, dopo un soggiorno a Parigi, fondò il Gruppo dei sei, che durò fino al 1931. Nel 1935 fu arrestato per sospetta attività antifascista ed esiliato per tre anni in confino in Lucania. A questa esperienza si deve il capolavoro Cristo si è fermato ad Eboli. Al 1937 risale la sua prima esposizione e tra il 1939 e il 1941 visse in Francia, dove scrisse la raccolta di saggi Paura e libertà. Dopo una seconda prigionia, durata un anno, dal 1947 si trasferì a Roma, dove per tutti gli anni ’50 si dedicò all’attività di scrittore. Tra le sue opere ricordiamo in particolare Tutto il miele è finito che raccoglie le note dei viaggi in Sardegna. Nel 1956 fu eletto Senatore della Repubblica nelle liste del PCI, carica riconfermata nel 1968. Proseguì inoltre la sua attività di pittore, tenendo fino alla sua morte, numerose esposizioni.

Gino Bottiglioni

GIULIO GINO BOTTIGLIONI (Carrara 1887 – Bologna 1963) ammesso alla Normale di Pisa, si laureò in Glottologia e perfezionò l’anno seguente a Firenze. Tra il 1912 e il 1923 fu professore nelle scuole medie, attività che lo condusse a Cagliari, fra il 1915 e il 1918 e dal 1924 al 1926 fu preside presso il liceo Manin di Cremona. Nel 1927 vinse una cattedra di grammatica comparata presso l’Università di Cagliari e poi a Pavia e successivamente a Bologna, dove rimase fino al 1957. Il lavoro principale del Bottiglioni, frutto di una lunga attività d’inchieste pluriennali è l’ Atlante linguistico etnografico italiano della Corsica, pubblicato a Pisa in dieci volumi tra il 1933 e il 1944. L’opera testimonia la propensione allo studio dei fatti folclorici. Fra i numerosi altri lavori si palesa un’attenzione non episodica per le lingue dell’Italia antica, per i processi di strutturazione del dominio romanzo e per i problemi del sostrato.

Francesco De Rosa

FRANCESCO DE ROSA (Olbia 1854-1938) fu maestro elementare, ma anche giornalista e studioso eclettico. Viaggiò molto per la Sardegna, con la moglie, anche lei insegnante, e durante questi spostamenti si documentò molto su storie locali. Parte di questo intenso lavoro è raccolta nel volume “Tradizioni popolari di Gallura”. Fu un uomo di particolare intelligenza, di grande attenzione e disciplina quasi doverosa nel raccogliere dati e note informative sulla Sardegna e di grande sensibilità per i problemi sociali dell’isola. Pubblicò inoltre diversi articoli e fu relatore in molte coferenze all’epoca di grande risonanza culturale, oltre che autore di raccolte di poesie. Fu anche pubblicista e fondò e diresse il giornale gallurese Le Bocche di Bonifacio, tra il 1883 e il 1885. Ha lasciato infine manoscritte spigolature di preistoria e di storia sarda e note sulla storia religiosa.

Pietro Casu

PIETRO CASU (Berchidda 1878-1954) è una delle figure più significative nel panorama della cultura sarda della prima metà del Novecento. Parroco del proprio paese natale per oltre quarant’anni, fu noto in tutta la Sardegna per le sue omelie in lingua logudorese. Tradusse in sardo la Divina Commedia (1929) e, sempre in sardo, compose numerose poesie e traduzioni poetiche dei grandi autori della letteratura non solo italiana. Attese per tutta la vita alla compilazione di un imponente Vocabolario sardo logudorese-italiano, il cui manoscritto è stato recentemente edito. Ci ha lasciato anche una copiosa produzione letteraria in italiano: nell’arco di diciannove anni compose dieci romanzi e cinque raccolte di novelle. Ghermita al core è considerato insieme a Notte sarda il migliore fra i suoi romanzi. Fra gli altri si ricordano in particolare: Aurora sarda (1922), Mal germe (1925) e La voragine (1926). Fra i temi più importanti della sua narrativa ricorre l’auspicio di un futuro luminoso per la Sardegna.

Clara Gallini

CLARA GALLINI è professore ordinario di Etnologia all’Università di Roma La Sapienza. Studiosa della cultura popolare italiana e autrice di diversi libri, fra i quali: I rituali dell’“argia” (1967), Il consumo del sacro. Feste lunghe di Sardegna (1971), Dono e malocchio (1973), La Sonnambula meravigliosa (1983), Il miracolo e la sua prova. Un etnologo a Lourdes (1988). Ha curato diverse pubblicazioni postume di Ernesto De Martino, tra le quali La fine del mondo. Contributo all’analisi delle apocalissi culturali (1977), I viaggi nel Sud di Ernesto De Martino (1999) con Francesco Faeta e, da ultimo, il volume collettivo Patrie elettive. I segni dell’appartenenza (2003).

Salvatore Satta

SALVATORE SATTA (Nuoro 1902 – Roma 1975) dopo aver frequentato il liceo a Sassari, ottenne la laurea in Giurisprudenza con il massimo dei voti e si trasferì a Milano per esercitare il tirocinio di avvocato. Nel 1928 vinse il Premio Viareggio con La veranda. A partire dagli anni ’30 iniziò la sua carriera accademica come Professore in varie università italiane. Nel 1939 sposò Laura Boschian, con la quale ebbe due figli e si trasferì prima a Genova, poi a Roma. Durante gli anni della guerra pubblicò Teoria e pratica del processo, Guida pratica per il nuovo processo civile italiano e Istituzioni di diritto fallimentare, mentre ai decenni ’60 e ’70 risalgono opere monumentali quali Commentario al codice di procedura civile, Soliloqui e colloqui di un giurista. Nel 1970 ebbe inizio invece la stesura de Il giorno del giudizio, pubblicato postumo nel 1977 e tradotto in ben 16 lingue.

Albino Bernardini

ALBINO BERNARDINI (Siniscola 1917-Bagni di Tivoli 2015). È stato maestro elementare, ma anche apicultore. Nell’ultimo conflitto ha partecipato alle campagne di Albania, Grecia e Jugoslavia, esperienza che racconterà in Disavventure di un povero soldato, dedicato agli adolescenti, contro la stupidità di tutte le guerre. A partire dal 1945 si dedica interamente alla scuola, e nel 1960 lascia la Sardegna per trasferirsi a Roma, dove entra a far parte del Movimento di Cooperazione Educativa, stringendo un sodalizio umano e intellettuale con Gianni Rodari. Nel 1968 esce Un anno a Pietralata, che nel 1972 ispirò il film di Vittorio De Seta Diario di un maestro. Seguirono numerose altre pubblicazioni, soprattutto favole e racconti per bambini.

Peppino Mereu

PEPPINO MEREU (Tonara 1872 – 1901) orfano a 17 anni, quarto di 7 fratelli, trovatosi in gravi difficoltà economiche, fu costretto ad abbandonare gli studi e si formò da autodidatta. Alla sua gioventù risale l’adesione al socialismo e la grande passione per la poesia improvvisata. Lavorò come carabiniere per 5 anni, girando la Sardegna e componendo poesie. Nel 1895, a causa di problemi di salute fu costretto a ritirarsi nell’amata/odiata solitudine del suo paese. Tra il 1898 e il 1900 il poeta ottenne una certa visibilità fuori dal paese natio. Le condizioni di salute e di conseguenza esistenziali, si fecero sempre più difficili, finché a soli 29 anni Peppino Mereu morì nel 1901. La penuria di dati storici sulla sua vita e il mistero circa alcuni temi della sua produzione, fu difficile capire se la natura dei suoi amori e dolori fosse fittizia o reale, contribuiscono ancora oggi a mantenere vivo l’interesse per la sua poesia.