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Chi Siamo

Ilisso è una casa editrice che dal 1985 pubblica volumi di arte, archeologia, linguistica, e cultura materiale, artigianato e design, storia, fotografia e narrativa e realizza mostre d’arte per documentare e raccontare la storia e la cultura di Sardegna tra tradizione e contemporaneità.


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Pietro Martini

PIETRO MARTINI (Cagliari 1880 – 1866) nacque a Cagliari nel settembre del 1800 da una famiglia di origine ligure. Dopo la laurea in legge e un periodo di tirocinio, nel 1825 fu addetto alla Segreteria di Stato presso il viceré, dove raggiunse il grado di sottocapo di divisione. Di salute malferma, nel 1842 ottenne di essere impiegato presso la biblioteca universitaria, di cui diventò presidente due anni dopo. Proprio a motivo di questo ruolo si trovò coinvolto nella vicenda dei falsi arborensi che lo impegnò per tutto il resto della vita. Morì a Cagliari il 17 febbraio 1866.

Charles Edwardes

CHARLES EDWARDES il catalogo della British Library di Londra registra tredici opere di Charles Edwardes ma non rivela saggi o biografie dell’autore. Le esigue notizie che si hanno, provenienti da ricerche dell’università di Glasgow, ci informano che l’Edwardes apparve nel panorama letterario inglese nel 1880, e visse, nelle pause dei suoi frequenti viaggi, a Wolverhampton, nel distretto industriale del West Midlands, tra Birmingham e Manchester, e che cessò la sua attività letteraria nei primi anni Venti del Novecento. Fu prevalentemente autore di libri di viaggi, ma anche traduttore di celebri opere e saggi, fra i quali i dialoghi di Giacomo Leopardi, e di libri per la gioventù. Collaborò inoltre con alcune fra le più celebri riviste letterarie dell’epoca. “Sardina and the Sardes”, forse l’opera capolavoro dell’Edwardes, fu pubblicata a Londra nel 1889 da Richard Bentley.

Francesco Cetti

FRANCESCO CETTI (Mannheim 1726 – Sassari 1778) studiò nel collegio gesuitico di Monza, dove decise di entrare nella Compagnia nel 1742, occupandosi di retorica e filosofia. A partire dal 1748 cominciò la carriera nell’insegnamento dedicandosi contemporaneamente agli studi naturalistici, in particolare alla mineralogia. Durante questi studi individuò dei giacimenti minerari di marmi colorati presso Bosa e Alghero e nel Silanus. Per conto del governo seguì l’evoluzione delle attività estrattive avviate nel Silanus. Nel 1773, in seguito alla soppressione della Compagnia di Gesù, entrò a far parte del clero secolare. E si dedicò alla composizione di Storia naturale, un’opera in tre volumi che fu pubblicata a Sassari tra il 1774 e il 1778. Morì nello stesso anno lasciando incompleta la quarta parte dell’opera.

Massimo Pallottino

MASSIMO PALLOTTINO (Roma 1909 – 1995) discepolo di G. Q. Giglioli si laureò in Lettere a Roma con una tesi di Etruscologia. Nel 1933 venne nominato Ispettore presso la Soprintendenza alle Antichità di Roma e nel 1937 cominciò la sua carriera di docente, ricoprendo dal 1940 anche la carica di Soprintendente alle Antichità della Sardegna la quale gli permise di partecipare ad alcuni scavi presso Porto Torres conosciuti come “Terme Pallottino”. Dal 1946 al 1980 insegnò presso l’Università di Roma e nel 1985 si rititò dall’insegnamento con la qualifica di Professore Emerito. Nel 1970 per sua iniziativa venne fondato il “Centro di studio per l’Archeologia etrusco-italica” del CNR, di cui assunse la direzione. Collaborò inoltre alle politiche culturali con la Commissione dell’onorevole Franceschini, divenendo Presidente del comitato di settore per gli Istituti culturali, nonché vicepresidente della Società Dante Alighieri. Scomparve nel febbraio 1995.

Joseph Fuos

JOSEPH FUOS (Krumschlitach 1739- Ebersbach 1805) della sua vita si hanno poche notizie. Nacque nel 1739 a Krumschlitach, presso Baden in Germania. Era luterano, seguì gli studi teologici e nel 1760 fu nominato cappellano di reggimento di fanteria a Stoccarda e scelse di preoseguire la carriera ecclesiastica fino a diventare vescovo nella città di Ebersbach, dove morì nel 1805. La sua permanenza in Sardegna risale agli anni compresi tra il 1773 e il 1777, durante i quali mise insieme le sue osservazioni e considerazioni che furono successivamente raccolte nelle tredici lettere di cui si compone Nachrichten aus Sardinien. L’opera venne edita in Germania sin dal 1780 mentre in Italia comparve solamente un secolo dopo quando venne tradotta da un avvocato, Pasquale Gastaldi Millelire. Egli offre, nelle sue pagine accese di una vis polemica sia contro l’incapacità dei piemontesi sia contro la pigrizia dei sardi, uno spaccato utile alla ricostruzione della società sarda nella seconda metà del Settecento.

Giovanni Maria Lei-Spano

GIOVANNI MARIA LEI-SPANO (Ploaghe 1872 – Milano 1935) appartenente a una famiglia di proprietari terrieri, si laureò in Giurisprudenza nel 1895 a Sassari ed entrò nella magistratura. Tra il 1912 e il 1920 fu trasferito al Tribunale di Sassari e in questi stessi anni si dedicò anche alla scrittura, collaborando con il quotidiano la Nuova Sardegna. Nel 1917 fondò l’Associazione Economica Sarda e nel 1919 raccolse i suoi scritti nel volume Sardegna economica di guerra. Tra il 1920 e il 1923 era stato destinato al gabinetto dei Lavori Pubblici Micheli, e al ministro era dedicato l’opera La questione sarda. Nel 1924 fu trasferito a Milano, dove rimase fino al 1934. Scomparve poi l’anno successivo. Oltre i due libri “maggiori” già citati il Lei-Spano scrisse, soprattutto tra gli anni 1914 e 1919 scrisse un serie di articoli di politica economica e di giurisprudenza.

Gennaro Pesce

GENNARO PESCE (Napoli 1902 – Cagliari 1984) si laureò in Lettere a Roma nel 1927 e frequentò la Scuola Archeologica napoletana. Dopo aver lavorato presso le soprintendenze di diverse città, nel 1938 fu trasferito presso la Soprintendenza alle opere d’Antichità e d’Arte della Sardegna. Tuttavia tra il 1939 e il 1942, con la conquista della Libia abbandonò l’Italia per lavorare in Cirenaica, Grecia e Tripolitania. Il 1954 fu l’anno del suo ritorno a Cagliari dove volle applicare la filosofia di scavo sperimentata all’estero, svolgendo delle indagini sugli scavi di Tharros, che iniziò effettivamente nel 1956, dedicandosi contemporaneamente anche a quello di Nora. A partire dal 1950 ebbe inizio anche la sua carriera accademica presso l’università di Cagliari; in questi anni i contributi di Pesce all’archeologia romana in Sardegna furono numerosi e questa feconda stagione è ben descritta nel volume Sardegna punica. La sua ultima pubblicazione risale al 1972, Bithia, dedicata agli scavi di Nora.

Giuseppe Cossu

GIUSEPPE COSSU (Cagliari 1739 – 1811) dopo i primi studi umanistici si laureò in Diritto canonico e civile a Cagliari. Intrapresa l’attività forense, cominciò a frequentare P. G. Granieri, allora giudice della Reale udienza, il quale lo avvicinò all’ambiente politico. Nel 1767 fu nominato Segretario della Giunta sopra i Monti granatici. Nel 1771 abbandonò completamente l’attività forense per dedicarsi ai problemi dell’agricoltura, ottenendo il titolo di Censore del Regno. L’attivismo del Cossu fu premiato nel 1780 con l’istituzione dei Monti nummari, primo nucleo per i Monti di soccorso. Tuttavia nel 1796 la situazione politica precipitò e fu costretto ad un breve periodo di carcere. Dopo quest’esperienza viaggiò in varie città italiane, pubblicando nel 1799 la Descrizione geografica della Sardegna. Tornato a Cagliari, nel 1805 ricoprì ancora qualche piccolo incarico onorifico e partecipò attivamente all’avvio della Reale Società Agraria ed Economica . Nel dicembre del 1811 morì.

Paride Rombi

PARIDE ROMBI (Calasetta 1921-Napoli 1997) magistrato, dopo essere stato pretore a Iglesias si trasferì a Sondrio e poi a Roma, per lavorare all’Ufficio legale della Presidenza della Repubblica. Fu direttore dell’Ufficio studi del Quirinale all’epoca della presidenza di Saragat. Nel 1952 vinse la prima edizione del “Premio Grazia Deledda” con il romanzo Perdu, pubblicato da Mondadori l’anno dopo e poi tradotto in più di dieci lingue. È autore di racconti usciti su quotidiani e riviste, di traduzioni in campidanese (tra cui, nel 1983, quella dell’Antigone di Sofocle); di brevi saggi o reportage giornalistici sulla Sardegna. Tra i suoi inediti anche numerose poesie.

Andrea Manca dell’Arca

ANDREA MANCA DELL’ARCA (Sassari 1707-1795) Don Andrea, figlio di don Carlo e donna Cecilia Dell’Arca, era appartenente ad una famiglia di nobili sassaresi. Il padre, don Carlo, ricoprì delle cariche di rilievo, tra le quali quella di Governatore del Goceano. Andrea si sposò per la prima volta nel 1735, con una cugina, donna Anna Maria Martinez Farina, e rimasto vedovo, prese come seconda moglie donna Luisa Pilo Pilo, la quale lo lasciò per la seconda volta vedovo a breve distanza dalle nozze. Dopo questo secondo sfortunato matrimonio si risolse a vivere da solo ed risale probabilmente a questo periodo la stesura della sua unica opera Agricoltura di Sardegna, che riscosse un certo successo solo a partire dal 1827 quando il Manno lo menzionò positivamente in Storia della Sardegna. Le notizie biografiche circa la sua vita non sono numerose, si sa che si laureò in Legge e neppure in quale misura abbia sfruttato questo titolo. Morì nel 1795 a quasi ottantotto anni.