MASSIMO PALLOTTINO (Roma 1909 – 1995) discepolo di G. Q. Giglioli si laureò in Lettere a Roma con una tesi di Etruscologia. Nel 1933 venne nominato Ispettore presso la Soprintendenza alle Antichità di Roma e nel 1937 cominciò la sua carriera di docente, ricoprendo dal 1940 anche la carica di Soprintendente alle Antichità della Sardegna la quale gli permise di partecipare ad alcuni scavi presso Porto Torres conosciuti come “Terme Pallottino”. Dal 1946 al 1980 insegnò presso l’Università di Roma e nel 1985 si rititò dall’insegnamento con la qualifica di Professore Emerito. Nel 1970 per sua iniziativa venne fondato il “Centro di studio per l’Archeologia etrusco-italica” del CNR, di cui assunse la direzione. Collaborò inoltre alle politiche culturali con la Commissione dell’onorevole Franceschini, divenendo Presidente del comitato di settore per gli Istituti culturali, nonché vicepresidente della Società Dante Alighieri. Scomparve nel febbraio 1995.
JOSEPH FUOS (Krumschlitach 1739- Ebersbach 1805) della sua vita si hanno poche notizie. Nacque nel 1739 a Krumschlitach, presso Baden in Germania. Era luterano, seguì gli studi teologici e nel 1760 fu nominato cappellano di reggimento di fanteria a Stoccarda e scelse di preoseguire la carriera ecclesiastica fino a diventare vescovo nella città di Ebersbach, dove morì nel 1805. La sua permanenza in Sardegna risale agli anni compresi tra il 1773 e il 1777, durante i quali mise insieme le sue osservazioni e considerazioni che furono successivamente raccolte nelle tredici lettere di cui si compone Nachrichten aus Sardinien. L’opera venne edita in Germania sin dal 1780 mentre in Italia comparve solamente un secolo dopo quando venne tradotta da un avvocato, Pasquale Gastaldi Millelire. Egli offre, nelle sue pagine accese di una vis polemica sia contro l’incapacità dei piemontesi sia contro la pigrizia dei sardi, uno spaccato utile alla ricostruzione della società sarda nella seconda metà del Settecento.
GIOVANNI MARIA LEI-SPANO (Ploaghe 1872 – Milano 1935) appartenente a una famiglia di proprietari terrieri, si laureò in Giurisprudenza nel 1895 a Sassari ed entrò nella magistratura. Tra il 1912 e il 1920 fu trasferito al Tribunale di Sassari e in questi stessi anni si dedicò anche alla scrittura, collaborando con il quotidiano la Nuova Sardegna. Nel 1917 fondò l’Associazione Economica Sarda e nel 1919 raccolse i suoi scritti nel volume Sardegna economica di guerra. Tra il 1920 e il 1923 era stato destinato al gabinetto dei Lavori Pubblici Micheli, e al ministro era dedicato l’opera La questione sarda. Nel 1924 fu trasferito a Milano, dove rimase fino al 1934. Scomparve poi l’anno successivo. Oltre i due libri “maggiori” già citati il Lei-Spano scrisse, soprattutto tra gli anni 1914 e 1919 scrisse un serie di articoli di politica economica e di giurisprudenza.
GENNARO PESCE (Napoli 1902 – Cagliari 1984) si laureò in Lettere a Roma nel 1927 e frequentò la Scuola Archeologica napoletana. Dopo aver lavorato presso le soprintendenze di diverse città, nel 1938 fu trasferito presso la Soprintendenza alle opere d’Antichità e d’Arte della Sardegna. Tuttavia tra il 1939 e il 1942, con la conquista della Libia abbandonò l’Italia per lavorare in Cirenaica, Grecia e Tripolitania. Il 1954 fu l’anno del suo ritorno a Cagliari dove volle applicare la filosofia di scavo sperimentata all’estero, svolgendo delle indagini sugli scavi di Tharros, che iniziò effettivamente nel 1956, dedicandosi contemporaneamente anche a quello di Nora. A partire dal 1950 ebbe inizio anche la sua carriera accademica presso l’università di Cagliari; in questi anni i contributi di Pesce all’archeologia romana in Sardegna furono numerosi e questa feconda stagione è ben descritta nel volume Sardegna punica. La sua ultima pubblicazione risale al 1972, Bithia, dedicata agli scavi di Nora.
GIUSEPPE COSSU (Cagliari 1739 – 1811) dopo i primi studi umanistici si laureò in Diritto canonico e civile a Cagliari. Intrapresa l’attività forense, cominciò a frequentare P. G. Granieri, allora giudice della Reale udienza, il quale lo avvicinò all’ambiente politico. Nel 1767 fu nominato Segretario della Giunta sopra i Monti granatici. Nel 1771 abbandonò completamente l’attività forense per dedicarsi ai problemi dell’agricoltura, ottenendo il titolo di Censore del Regno. L’attivismo del Cossu fu premiato nel 1780 con l’istituzione dei Monti nummari, primo nucleo per i Monti di soccorso. Tuttavia nel 1796 la situazione politica precipitò e fu costretto ad un breve periodo di carcere. Dopo quest’esperienza viaggiò in varie città italiane, pubblicando nel 1799 la Descrizione geografica della Sardegna. Tornato a Cagliari, nel 1805 ricoprì ancora qualche piccolo incarico onorifico e partecipò attivamente all’avvio della Reale Società Agraria ed Economica . Nel dicembre del 1811 morì.
PARIDE ROMBI (Calasetta 1921-Napoli 1997) magistrato, dopo essere stato pretore a Iglesias si trasferì a Sondrio e poi a Roma, per lavorare all’Ufficio legale della Presidenza della Repubblica. Fu direttore dell’Ufficio studi del Quirinale all’epoca della presidenza di Saragat. Nel 1952 vinse la prima edizione del “Premio Grazia Deledda” con il romanzo Perdu, pubblicato da Mondadori l’anno dopo e poi tradotto in più di dieci lingue. È autore di racconti usciti su quotidiani e riviste, di traduzioni in campidanese (tra cui, nel 1983, quella dell’Antigone di Sofocle); di brevi saggi o reportage giornalistici sulla Sardegna. Tra i suoi inediti anche numerose poesie.
ANDREA MANCA DELL’ARCA (Sassari 1707-1795) Don Andrea, figlio di don Carlo e donna Cecilia Dell’Arca, era appartenente ad una famiglia di nobili sassaresi. Il padre, don Carlo, ricoprì delle cariche di rilievo, tra le quali quella di Governatore del Goceano. Andrea si sposò per la prima volta nel 1735, con una cugina, donna Anna Maria Martinez Farina, e rimasto vedovo, prese come seconda moglie donna Luisa Pilo Pilo, la quale lo lasciò per la seconda volta vedovo a breve distanza dalle nozze. Dopo questo secondo sfortunato matrimonio si risolse a vivere da solo ed risale probabilmente a questo periodo la stesura della sua unica opera Agricoltura di Sardegna, che riscosse un certo successo solo a partire dal 1827 quando il Manno lo menzionò positivamente in Storia della Sardegna. Le notizie biografiche circa la sua vita non sono numerose, si sa che si laureò in Legge e neppure in quale misura abbia sfruttato questo titolo. Morì nel 1795 a quasi ottantotto anni.
DAVID HERBERT LAWRENCE (Eastwood 1885 – Vence 1930) laureato a Nottingham nel 1908 cominciò la carriera di insegnante che lasciò nel 1911. Tra il 1912 e il 1913 uscirono due importanti romanzi nel 1913 con il titolo di Figli e amanti e Il pavone bianco. In quegli anni conobbe Freida von Richthofen, moglie di un professore universitario e madre di tre figli, con la quale poi si sposò. Dopo alcune accuse di oscenità Lawrence lasciò la Gran Bretagna e si trasferì in Italia. Nel gennaio 1921 soggiornò in Saregnae da questa esperienza nacque Mare e Sardegna, che seguì Donne innamorate. Nel 1922, insieme alla moglie, abbandonò l’Europa e viaggiò attraverso vari paesi. Dal 1926 al 1928, anche a seguito della malattia, si stabilirono a Firenze e scrisse il capolavoro L’amante di lady Chatterly, le cui copie furono sequestrate in Inghilterra, e pubblicato in versione integrale solo nel 1960. Gli ultimi anni della sua vita, furono segnati dalla tubercolosi e dai trasferimenti prima in Spagna, poi nel sud della Francia, dove morì nel 1930.
FRANCO SOLINAS (Cagliari 1927 – Roma 1982) nato e cresciuto a La Maddalena, nel 1944 si trasferì a Roma con la famiglia, dove si laureò in Giurisprudenza partecipando al movimento partigiano di resistenza romana. Poco dopo aderì al Partito comunista e collaborò con il quotidiano “L’Unità” in veste di critico cinematografico. Contemporaneamente si dedicò alla scrittura di poesie e racconti, alcuni dei quali pubblicati in “Paese sera”. Questa prima fase lo avvicinò al modello neorealista, nutrendosi del forte legame tra letteratura e cinema. Negli anni ’70 cominciò l‘attività di sceneggiatore, con un frequente recupero cinematografico delle forme romanzesche otto-novecentesche, già evidente in Squarciò, raggiungendo in questo settore un notevole successo. Si ricordano importanti film da lui sceneggiati tra i quali: Kapò, Ombre bianche, La battaglia di Algeri, Mr. Klein ed altri ancora. Per le sue originali caratteristiche di scrittore fu considerato, a livello europeo, “un vero autore di cinema”. Scomparve nel 1982.
ARRIGO SOLMI (Finale Emilia 1873 – Roma 1944) laureatosi in Giurisprudenza all’Unversità di Modena, fu docente di Storia del Diritto italiano presso diversi atenei, fra cui Cagliari, Siena, Parma e Pavia; insegnò anche Scienze politiche all’Università di Milano e in ultimo Diritto comune all’Università di Roma. Attivo partecipante alla vita politica, divenne nel 1920 consigliere comunale a Milano come liberale, fu deputato al Parlamento tra le file del Fascio del 1924, in seguito sottosegretario di stato per l’Educazione Nazionale (1932-35), ministro di Grazia e Giustizia (1932-39), e senatore del regno. La sua vasta e multiforme produzione scientifica comprese, oltre agli studi di storia giuridica di epoca medievale, opere sul Risorgimento e sulla contemporanea politica estera. Morì a Roma nel 1944.