DOMENICO ZAPPONE nasce a Palmi il 16 giugno 1911. Consegue il diploma di maturità classica a Reggio Calabria e si iscrive alla facoltà di giurisprudenza a Messina. Non potendosi mantenere agli studi, consegue il diploma di maestro elementare e inizia ad insegnare. Nel 1938 si laurea in lettere a Catania. Le collaborazioni ai giornali iniziano nel 1934, s’intensificano a partire dagli anni Quaranta e nel tempo si allargano a numerose testate: Piccolissimo, Giornale della Sera, Giornale dell’Emilia, Giornale d’Italia, Gazzettino di Venezia, Gazzetta del Mezzogiorno, Gazzetta del Sud, Tribuna del Mezzogiorno, Il Tempo; e poi alle riviste L’Eloquenza, La Fiera Letteraria, Il Ponte. Collabora inoltre per la radio con la sede Rai di Cosenza. Dal 1961 inizia l’insegnamento nella scuola media di primo grado. Muore suicida il 6 novembre 1976.
CORRADO CALABRÒ (Reggio Calabria 1935) è giurista, scrittore e poeta. Parallelamente alla sua attività di magistrato e ad imporatanti incarichi ricoperti nella pubblica amministrazione, tra i quali possiamo ricordare quello di presidente dell’Agicom tra il 2005 e il 2012, Corrado Calabrò si è dedicato all’attività letteraria. A partire dal 1960 è stato autore di poesia e di narrativa. Le sue opere letterarie sono state riconosciute dall’Università Mechnikov di Odessa e da quella di Vest Din di Timișoara che gli hanno conferito rispettivamente nel 1997 e nel 2000 la laurea honoris causa. Le raccolte di poesie sono state tradotte in più di 15 lingue e numerose sono state le trasposizioni teatrali e musicali anche all’estero. Tra le sue più recenti raccolte ricordiamo: Una vita per il suo verso. Poesie (1960-2002) (2002), Poesie d’amore (2004), T’amo di due amori (2010) e Dimmelo per SMS (2011). Per Ilisso si è occupato della prefazione del volume Il romanzo di Tommaso Campanella (2006).
TOMMASO CAMPANELLA (Stilo 1568 – Parigi 1639), di umili origini, sin da ragazzo rivela un amore smisurato per la conoscenza ed eccezionali doti intellettuali. Accostatosi alla filosofia naturalistica di Telesio e all’astronomia copernicana, è sospettato di eresia e incarcerato una prima volta a Napoli, nel 1592, una seconda volta a Roma, tra il 1593 e il 1595. Dopo due anni di prigionia torna in Calabria, dove è tra i fautori di una congiura antispagnola, ma viene tradito e arrestato. Durante l’istruttoria si finge pazzo, strategia che gli salva la vita ma non gli evita la condanna al carcere perpetuo (1602). Rimane recluso per ventisette anni, periodo a cui risalgono le opere più note, tra cui Del senso delle cose e della magia, Metafisica, La Città del Sole, Poesie. Nel 1626, grazie all’influenza di Urbano VIII, riacquista la libertà e si reca a Roma. L’inquisizione spagnola continua a perseguitarlo e nel 1634, per evitare un nuovo probabile arresto, parte per Parigi, dove trascorre gli ultimi anni della sua vita.
MARIO STRATI (Samo di Calabria, 1941) si è laureato in materie letterarie a Messina, città dove ha lavorato dapprima, nella facoltà di magistero, come assistente ordinario di lingua e letteratura italiana e, attualmente, nella facoltà di scienze della formazione, come professore aggregato di letteratura italiana, letteratura italiana contemporanea, tecniche del linguaggio giornalistico e narrativo. Vive a Locri. Ha fatto parte, a Maropati, del comitato scientifico della Fondazione Seminara (con A. Piromalli, L.M. Lombardi Satriani, G. Lombardo, A.M. Morace) e per brevissimo tempo, a Locri, del comitato scientifico del “Giugno Locrese” (presieduto da W. Pedullà). Ha scritto versi per venticinque anni (alcuni visti e apprezzati da G. Baldini e N. Ginzburg). Nel 2000 ha vinto, a Bologna, con il romanzo Nella pianura degli asfodèli, il premio di narrativa italiana inedita Arcangela Todoro-Faranda 1999.
VINCENZO PADULA (Acri 1819-1893), «strano miscuglio di vecchiumi da seminario e di ardimenti moderni, di letteratura da provincia e di originale poesia» – come ebbe a dire Benedetto Croce – fu un personaggio poliedrico, tra gli scrittori più interessanti dell’Ottocento calabrese. La sua produzione letteraria, che risente di complesse esperienze e strumenti di cultura, spazia dalle novelle in versi al teatro drammatico, dalla satira politica alla poesia lirica, dagli studi antropologici e sociologici a quelli filologici, archeologici e cosmologici. Tra le sue opere: il dramma Antonello, capobrigante calabrese, la raccolta di versi Poesie varie, le Prose Giornalistiche.
TONINO PERNA è nato sulle rive dello Stretto, tra Scilla e Cariddi. Per vent’anni il suo impegno sociale e politico si è diviso tra il Sud d’Italia ed il Sud del mondo, all’insegna della cooperazione Sud-Sud, inaugurata dalla organizzazione non governativa CRIC di cui è stato il fondatore. Si è occupato a lungo di commercio equo e solidale, è stato presidente del comitato etico di Banca Etica, ha coordinato la progettazione del parco letterario Horcynus Orca ed Ecolandia, ha promosso l’Osservatorio sui Balcani di Trento, è stato per cinque anni presidente del Parco nazionale dell’Aspromonte. Autore di numerosi articoli e saggi, tra cui ricordiamo Lo sviluppo insostenibile (1994), Fair Trade (1998), Aspromonte: i parchi nazionali nello sviluppo locale (2002), ma anche di raccolte di racconti; è professore di ruolo di sociologia economica presso la facoltà di scienze politiche dell’Università di Messina.
NICOLA MISASI (Cosenza 1850 – Roma 1923) dopo un primo periodo cosentino, segnato da letture disordinate e dalla pubblicazione di opere, in prosa e in versi, di poco conto, si trasferisce a Napoli nel 1880, dove entra in contatto con Matilde Serao, Edoardo Scarfoglio, Salvatore di Giacomo e dove si fa conoscere dal grande pubblico con i Racconti calabresi del 1881. Passa quindi a Roma nel 1882, come collaboratore del Fanfulla della Domenica e della Cronaca bizantina, entrando in contatto con Giosuè Carducci, Gabriele D’Annunzio, Antonio Fogazzaro, Luigi Capuana, Giovanni, Verga e Angelo Sommaruga. A Roma pubblica, nel 1883, la raccolta di racconti In Magna Sila, e il romanzo Marito e sacerdote. Ritornato a Cosenza nel 1884 continua a pubblicare romanzi popolari di taglio storico come L’assedio di Amantea, Massoni e carbonari o psicologico come Devastatrice.
CORRADO ALVARO è nato nel 1895 a San Luca (RC). Arruolato nel 1915, viene ferito alle braccia e congedato con una decorazione. Comincia a collaborare, come redattore senza firma, al Corriere della Sera. Nel 1921 è a Parigi, dove scrive il suo primo romanzo, L’uomo nel labirinto. Come corrispondente da Parigi, entra a far parte della redazione del Mondo. Nel 1926 è segretario di redazione di 900. Diventa amico di Pirandello e sottoscrive la risposta di Croce al Manifesto degli intellettuali fascisti. Intanto l’attività creativa prende una svolta con la pubblicazione delle raccolte di racconti L’amata alla finestra e Gente in Aspromonte, e dei romanzi Vent’anni e Il mare. Col romanzo L’uomo è forte vince il Premio dell’Accademia d’Italia del 1940. Tra le ultime cose, da segnalare il romanzo L’età breve (1946), il diario Quasi una vita (1950), la raccolta di articoli Il nostro tempo e la speranza (1952). Per il teatro scrive e fa rappresentare, nel 1949, la tragedia Lunga notte di Medea. Muore a Roma l’11 giugno 1956.
GEORGE GISSING nacque a Wakefield (Yorkshire) nel 1857. Avviato agli studi classici, la sua vita ebbe una svolta negativa a causa della relazione con una prostituta. Fu espulso dall’università e costretto a vivere in misere condizioni tra l’America, la Germania e Londra. In questa città, sopravvivendo a stento, finì per sposare la donna che fu causa dei suoi travagli e che morì nel 1890. Si risposò, ma anche il secondo matrimonio fu infelice e si concluse con la separazione. Morì in Francia nel 1903, minato dall’eccessivo lavoro. Gissing è da considerarsi un autore di transizione, oscillante tra il romanzo vittoriano e il nuovo romanzo realistico documentario. Tra i suoi romanzi: The Nether World (1889), Demos (1889), New Grub Street (1891), L’amore di Thyrza (1939).
UMBERTO ZANOTTI BIANCO (Creta, 1889), archeologo, saggista, scrittore, spese gran parte della sua esistenza in un’instancabile azione di promozione sociale e culturale del Sud, ed in particolare della fascia aspromontana. Tra il 1910 e il 1928 creò centinaia di asili, scuole, corsi serali, biblioteche popolari, ambulatori antimalarici e colonie montane; fondò la rivista Archivio Storico per la Calabria e la Lucania, avviò una Collezione di Studi Meridionali, che si tradusse in un impulso fondamentale per lo sviluppo delle ricerche storico-archeologiche; diede vita alla società Magna Grecia, per finanziare importanti campagne di scavi archeologici nel Sud. Durante il fascismo fu impegnato in innumerevoli attività sociali e civili, motivo per cui fu sorvegliato e limitato nelle sue attività; nel 1941 fu arrestato. Fu tra i fondatori di Italia Nostra e delle Croce Rossa Italiana. Nel 1952 fu nominato senatore a vita. Svolse una notevole attività di parlamentare, indirizzata soprattutto alla difesa e alla valorizzazione del patrimonio artistico e ambientale e ai problemi della scuola. Morì a Roma nel 1963.