RAFFAELE PUDDU (Cagliari 1946) professore di Storia moderna presso l’Università degli studi di Cagliari. Studioso della società militare, in particolare di quella spagnola del Secolo d’Oro, ha pubblicato: Eserciti e monarchie nazionali nei secoli XV e XVI (1975); Il soldato gentiluomo (1982); I nemici del re (2000); è inoltre autore del romanzo S’Ardia (1998).
GIUSEPPE FIORI è nato a Silanus nel 1923 ed è morto a Roma nel 2003. Laureato in Giurisprudenza ha intrapreso la carriera giornalistica, lavorando prima al quotidiano cagliaritano L’Unione Sarda e poi alla RAI. È stato inoltre direttore di Paese Sera e senatore della Sinistra Indipendente per tre legislature. È autore di volumi di successo. All’inchiesta sui pescatori di Cabras Baroni in laguna (1961) fece seguito quella sul mondo pastorale La società del malessere (1968) da cui venne tratto il film Barbagia di Carlo Lizzani. Nel 1960 pubblicò il romanzo Sonetàula. Ma, soprattutto, sono memorabili di Fiori le biografie politiche: alla più celebre Vita di Antonio Gramsci, del 1966, fanno seguito, per citare le più note, quelle sull’anarchico Michele Schirru (1983), su Emilio Lussu (1987), su Enrico Berlinguer (1989).
ANTONIO PUDDU, nato a Siddi (Cagliari) nel 1933, si dedica alla cura della sua azienda agricola nella pianura della Marmilla. Ha pubblicato Zio Mundeddu in prima edizione con Cappelli (Bologna) nel 1968 e successivamente con Bastogi (Foggia, 1985) in edizione scolastica (a cura di Nicola Tanda con note di Mariolina Cosseddu). Con Bastogi sono usciti anche i romanzi La colpa di vivere (1983) e Dopo l’estate (2001) e, nel 1996, un volume di racconti (La valle dei colombi) precedentemente apparsi in rivista. Ha collaborato con testate come “L’Osservatore Romano”, “La Fiera letteraria”, “La realtà del Mezzogiorno”, “Il Tempo”, “Ichnusa” e “La grotta della vipera”. Della sua narrativa si sono occupati, tra gli altri, Michele Prisco, Giuseppe Dessì, Mario Pomilio, Giuseppe Amoroso, Carlo Bo, Geno Pampaloni.
BACHISIO ZIZI è nato a Orune nel 1925. Ha vissuto e studiato a Nuoro, laureandosi poi presso l’Università di Genova. L’attività di alto dirigente bancario l’ha condotto a Napoli, Roma e Cagliari, dove vive attualmente. Ha pubblicato: Marco e il banditismo (1968); Il filo della pietra (1971); Greggi d’ira (1974); Il ponte di Marreri (1981); Erthole (1984); Santi di creta (1987); Mas complicado (1988); Il cammino spezzato (1994); Cantore in malas (1997, per il quale ha conseguito il Premio speciale della giuria nel concorso letterario G. Dessì, ed. 1998); Lettere da Orune (1999); Da riva a riva (2001); I supplici (2002).
NATALINO LANUCARA nasce a Reggio Calabria nel 1916. Dopo la laurea in lettere, conseguita a Messina con maestri del calibro di Ettore Paratore e Ludovico Perroni-Grande, intraprende l’insegnamento. Appassionato cultore di musica, oltre a collaborare attivamente a diverse riviste (Brutium, Scrittori calabresi, Il Letterato), esplica l’attività pubblicistica. Esordisce come poeta di tornitura classicistica, ma è costretto ad interrompere la pratica poetica a causa della guerra a cui prende parte in prima persona. Riprende l’attività dopo la fine del conflitto dedicandosi non solo alla produzione poetica ma anche alla prosa. Il romanzo cui è legata la sua fama, Città delle Corti, pubblicato per la prima volta nel 1949, gli valse il conferimento del Premio Aspromonte l’anno successivo. Muore nel 1967.
RAUL MARIA DE ANGELIS nasce nel 1908 a Terranova di Sibari (CS); frequenta le scuole superiori a Catanzaro e si laurea in giurisprudenza a Roma. Nel 1929 inizia la carriera giornalistica che lo porta a viaggiare – come inviato speciale dei maggiori quotidiani italiani – in Germania, Olanda, Francia, Brasile. In qualità di critico d’arte collabora con periodici come “Lavoro Illustrato” e “Nuova Antologia”; pubblica saggi su Cagli, Mafai, Scipione; si dedica alla pittura con successo. Muore a Roma nel 1990.
MEIKE BEHRMANN (Marburg 1958) è laureata in sociologia. È stata codirettrice con Carmine Abate di una collana editoriale sul fenomeno dell’emigrazione (“Biblioteca Emigrazione”). Ha collaborato con la rivista scientifica Annali di Sociologia – Soziologisches Jahrbuch dell’Università di Trento. Ha tradotto in tedesco numerosi saggi e testi letterari, tra cui i racconti di Carmine Abate, Lisa und die nahe Ferne (München, 1999). Dal 1982 vive in Italia e insegna tedesco alla facoltà di economia dell’Università di Trento.
CARMINE ABATE (Carfizzi 1954) attualmente vive in Trentino. Come narratore ha esordito nel 1984 in Germania con la raccolta di racconti Den Koffer und weg! (nuova ed. italiana ampliata, Il muro dei muri, Oscar Mondadori, 2006). Ha pubblicato, tra l’altro, il libro di poesie Terre di andata (1996) e i romanzi Il ballo tondo (1991), La moto di Scanderbeg (1999), Tra due mari (2002), La festa del ritorno (2004). Nel 2006 è uscito per Mondadori il romanzo Il mosaico del tempo grande (Premio Vittorini) e nel 2008 Gli anni veloci. Nel 2012 ha pubblicato La collina del vento, opera con il quale ha vinto il Premio Campiello. I suoi libri, vincitori di numerosi premi, sono tradotti in Francia, Stati Uniti, Germania, Olanda, Grecia, Portogallo, Albania, Kosovo e in corso di pubblicazione in arabo.
FRANCESCO PERRI (Careri, RC, 1885 – Pavia 1974) studiò nel seminario vescovile di Gerace; nel 1914 si laureò in giurisprudenza a Torino, due anni dopo si sposò e partì per la guerra. Nel 1921, tornato in Calabria, si schierò dalla parte dei contadini nella questione dei diritti delle terre demaniali. La sua posizione antifascista si aggravò con la pubblicazione de I Conquistatori: il libro fu bruciato pubblicamente e l’autore venne licenziato. Da quel momento, fino alla fine del fascismo, Perri conobbe un periodo durissimo, durante il quale tuttavia vinse il premio Mondadori col romanzo Emigranti. Pubblicò articoli, novelle per bambini, romanzi rosa per ragazze. Dopo la Liberazione assunse la direzione del quotidiano Il Tribuno del popolo di Genova; nel 1946 fu a Roma alla guida de La Voce repubblicana. Nel 1958 pubblicò il romanzo L’amante di zia Amalietta. Del 1960 è la sua ultima pubblicazione per ragazzi, Storia del lupo Kola.
ALEXANDRE DUMAS nasce in Francia, a Villers-Cotterêts, nel 1802, e muore a Puys, un paesino della Normandia, nel 1870. Di famiglia modesta, si trasferisce a Parigi, nel 1823, dove ha modo di scoprire la vocazione alla scrittura. Esordisce nel 1829, come autore teatrale, con Enrico III e la sua corte, che segna l’inizio della sua frenetica attività di scrittore. La vasta produzione comprende, infatti, oltre cento volumi, fra romanzi e drammi. Straordinarie l’inventiva e la capacità di dar vita a storie vivaci e pittoresche, caratterizzate da ricchezza di intrecci e molteplicità di personaggi. Tra le opere più importanti: Il conte di Montecristo (1844-45), La regina Margot (1845) e la trilogia I tre moschettieri (1844), Venti anni dopo (1845), Il visconte di Bragelonne (1848-50).